ARTE
GUERNICA, ICONA DI PACE
2017 GUERNICA, ICONA DI PACE
“...finché le porte cadano dell’odio” (Pablo Neruda)
Il cartone di Guernica , che ho scoperto dopo una lunga ricerca, nasce da un valore fondamentale, l’amicizia , che ha portato ad una collaborazione del tutto innovativa tra uno dei più grandi mecenati , Nelson Rockefeller e uno degli artisti più geniali ed influenti del ‘900, Pablo Picasso, che ha coinvolto l’artista Jacqueline de la Baume Durrbach , capace di ricreare e “tessere” un dipinto con l’antica arte dell’arazzo .
All’origine del progetto, Picasso su sollecitazione di Rockefeller, decide di ridare vita a Guernica, opera ricca di valori simbolici, la più drammatica denuncia degli effetti devastanti prodotti dalla guerra. Guernica è il primo di una serie di 26 cartoni, che la Durrbach, sotto la direzione e la supervisione di Picasso, tesse, traducendoli in arazzi, in un lungo arco di tempo (1955- 1973), caso unico nella storia dell’arte del ‘900.
Questa storia meravigliosa, che vogliamo trasmettere, vede una sinergia speciale tra tre personalità geniali, Rockefeller, Picasso, Durrbach, una sinergia talmente speciale che non si sa dove inizi e dove finisca l’intervento di ognuno dei tre protagonisti.
Il dipinto di Guernica , fatto per l’Expo di Parigi del 1937, era stato mandato da Picasso in Europa, in Sud America e negli Stati Uniti, dove, dal 1958, era esposto al MoMA. La sua fragilità, dopo tanti spostamenti, indusse Rockefeller a coinvolgere l’amico Picasso nella sua trasformazione in arazzo.
L’archivio Rockefeller contiene la memoria dell’accordo e tutti i relativi dettagli , da aprile 1955 si precisano le modalità per acquisire l’arazzo che doveva essere realizzato con la completa supervisione e direzione di Picasso e con il suo totale accordo furono scelti gli 11 colori utilizzati.
In una lettera dell’”editeur” per le commissioni degli arazzi, Petronella Van Doesburg a Rockefeller del 13 febbraio 1956 si afferma che :
“Picasso finds the tapestry a masterpiece ” e la sua soddisfazione era tale (“enchanté” la parola usata) da affermare che solo i Durrbach avrebbero in futuro potuto tessere le sue opere!
Il Cartone di Guernica è quindi non solo un unicum ma il punto di partenza di un progetto irripetibile .
Accanto alla storia che determina la creazione del cartone vorremmo creare un percorso emozionale con l’ausilio di proiezioni interattive , particolari , eventualmente con l’utilizzo di olografie e immagini 3D che porti lo spettatore a comprendere che l’opera non è un’illustrazione di un avvenimento ma la sua trasposizione in un insieme di immagini complesse che lo spettatore va guidato a comprendere.. Si comprenderà quindi che Guernica va letta all’inverso da destra a sinistra , a l’inverso quindi come questo mondo in guerra che Picasso vuole descriverci.
Moltiplicando i punti di vista Picasso sembra frazionare lo spazio , un triangolo nel centro dell’opera che l’occhio a prima vista non percepisce guida lo sguardo in alto verso la luce : sono una serie di stimoli visivi che una volta che vengono percepiti e compresi , ci accompagnano in questa lotta contro il male rappresentato qui con grande forza dalla guerra.
Nel 2017, ’80mo anniversario della creazione di Guernica esporre nel Senato della Repubblica, per la prima volta il cartone, raccontando questa incredibile storia tra tre geni del ‘900, significa creare un evento che afferma e comunica valori fondamentali , soprattutto oggi : la pace e l’amicizia, quei valori che hanno determinato la creazione di queste straordinarie opere d’arte, di cui il cartone di Guernica è l’inizio.
Riaffermare in questo momento storico i valori alla base d questa creazione e il carattere filantropico dell’operazione basato sulla forte convinzione di Nelson sul “ potere trasformativo dell’arte “ significa ribadire l’importanza della “ bellezza e dello spirito creativo” per ognuno di noi e il potere dell’arte nel comunicare valori .
Serena Baccaglini
Senato della Repubblica, Sala Zuccari 14 dicembre 2017- 8 gennaio 2018
Magi 900 , museo delle eccellenze artistiche e storiche
Pieve di Cento , 13 gennaio - 4 marzo 2018
TIZIANO VANITAS
TIZIANO VANITAS
Partendo dall’analisi di due opere di Tiziano conservate nella Repubblica Ceca , la cosiddetta Vanitas delle collezioni del Castello di Praga e l’Apollo e Marsia della Galleria del Palazzo Vescovile di Kromeriz, la mostra ed il Catalogo affrontano aspetti problematici, troppo spesso elusi, della vicenda artistica ed esistenziale del Cadorino attraverso un ampio apparato documentario.
Presentando queste opere accanto a capolavori celeberrimi del Maestro quali la Flora degli Uffizi, il libro si sofferma in particolare sulla confezione del modello all’interno della bottega, sulla realtá della modella, sulla produzione delle repliche, sulla fortuna dell’ artista, coinvolgendo anche questioni relative all’ intenzione e alle manipolazioni dell’autoritratto.
Completano la ricerca una puntuale illustrazione del sigillo del Maestro, e, per la prima volta, un’accurata edizione critica del diploma con cui l’imperatore Carlo V nel 1533 creava Tiziano conte palatino e cavaliere, conservati entrambi presso il Palazzo della Magnifica Comunitá di Cadore.
Professor Lionello Puppi
Si dice che l’ assassino torna sempre sui luoghi del delitto, forse per rivedere le conseguenze dei suoi atti efferati o semplicemente per riprovare l’emozione del momento. I Prof. Lionello Puppi e Serena Baccaglini – ammirabili ideatori e curatori della mostra “Tiziano, Vanitas. The poet of the image and the shade of beauty “ al Castello di Praga - hanno voluto in questo caso tornare testardamente sulla scena del “delitto” compiuto ai danni di Rodolfo II e dell’intellettualità tardo cinquecentesca della Boemia che aveva raccolto puntigliosamente e meravigliosamente un'invidiabile collezione di Tiziano.
Evidentemente non si poteva ricostruire un intero patrimonio disperso dai cortigiani del sovrano alla sua morte e poi con la Guerra dei Trent’anni, ma si è tentato di ricostruire alcune atmosfere preziose del sommo pittore cadorino. Tiziano , quindi , torna al Castello di Praga dopo 4 decenni e si ri- impadronisce di spazi dove aveva “abitato” con le sue opere ostentando senza troppi pudori le sue Vanitas , e raccontando la sua vicenda umana con i suoi intensi autoritratti .
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Ritroviamo intatta la fascinazione femminile , la magica sensualità della pennellata di Tiziano nei visi delle giovani donne intente ad ammirarsi allo specchio , cosi’ come si possono già scorgere nell’Apollo e Marsia i prodromi di un'espressività spirituale e mistica piu’ tarda in cui il colore perde compattezza e i contorni e profili si fanno piu’ indistinti, incerti.
Sono pero’ le donne nel momento di “vanitas” a giocare la parte del leone al Castello di Praga – in particolare Violante Palma la “Flora” - e a ricordarci l’importanza della figura femminile nel percorso artistico e in quello umano dell’artista accanto alle amate moglie e figlia Cecilia e Lavinia e circondato da modelle e dalle numerose amanti dei suoi stretti amici d’arte Aretino e Sansovino.
Ma nella mostra ritroviamo anche il Tiziano “pittore politico” , uomo di relazioni e di amicizie con i potenti del suo tempo e soprattutto con l’uomo sul cui Impero non tramontava mai il sole, quel Carlo V che lo nomino’ Conte Palatino insignendolo con una pergamena che straordinariamente possiamo ammirare nei locali del Castello accanto all’originale sigillo personale del pittore.
Un mio ringraziamento particolare va all’amica, curatrice della mostra Serena Baccaglini che ha perseguito con indomabile tenacia e straordinaria competenza il progetto di riportare il Tiziano - pittore di riferimento non soltanto di corti italiane ma di committenti in Spagna e altrove in Europa - in Repubblica Ceca dove nei secoli ha trovato innumerevoli ammiratori.
Ambasciatore italiano a Praga Aldo Amati
EL GRECO IN ITALIA
EL GRECO IN ITALIA METAMORFOSI DI UN GENIO
La più grande retrospettiva sul periodo italiano del Greco, della sua metamorfosi a contatto con i grandi artisti del ‘500 da Tiziano a Tintoretto, con la presentazione di opere esposte per la prima volta.
Un comitato scientifico internazionale, presieduto dal prof. Lionello Puppi per approfondire il linguaggio unico elaborato da El Greco , che abbandona la rigidità dello stile bizantino per una pennellata libera e colori intensi, preludio alla modernità.
“El Greco inventore della pittura moderna” il mio contributo che si propone di valorizzare lo stile originale di El Greco che ispirò le avanguardie del’ 900 , anticipando l’arte contemporanea.
Ho curato la sezione speciale in cui ho ottenuto di esporre in anteprima mondiale, il cartone di Picasso delle Demoiselles d’Avignon, creato per tessere con Jacqueline de la Baume Dürrbach l’arazzo acquisito da Nelson Rockefeller .
“Il cubismo ha origini spagnole ed io sono il suo inventore. Dobbiamo cercare le influenze spagnole in Cézanne e osservare l’influenza di El Greco nella sua opera. Nessun pittore veneziano eccetto El Greco realizzava costruzioni cubiste”
Pablo Picasso
Le unicità di questa mostra e il suo spessore scientifico hanno contribuito ad un aumento della conoscenza del grande artista e del suo periodo italiano, con la presenza di oltre 80.000 visitatori.
Treviso - Casa dei Carraresi 24 ottobre 2015 - 10 parile 2016
FRANCIS BACON & BOHUMIL HRABAL
FRANCIS BACON & BOHUMIL HRABAL
TWO GENIUSES
"La prosa moderna non può essere scritta senza un certo grado di erudizione, senza la conoscenza di ciò che accade nelle altre arti, specialmente nelle belle arti. Belle arti e letteratura sono inscindibilmente connesse".
Bohumil Hrabal, 1970
Due genialità artistiche dirompenti: il pittore irlandese Francis Bacon e lo scrittore ceco Bohumil Hrabal. Due creatività che non si erano mai incontrate prima sono presentate una a fianco dell'altra, in un inedito dialogo artistico che si esprime con differenti mezzi espressivi.
Un dialogo immaginario tra due artisti molto simili, non solo dal punto di vista artistico ma anche esistenziale: se Bacon fosse stato scrittore sarebbe stato Hrabal e se Hrabal fosse stato un artista sarebbe stato sicuramente Bacon. I testi di Hrabal sull'arte, alcuni inediti, sono il fil rouge della mostra.
La mostra è stata inaugurata da Vittorio Sgarbi, che ha presentato per la prima volta un'opera d’arte particolare: un olio monumentale dell’allievo italiano del grande Velasquez, Pietro Martire Neri, (1591-1661) che replicò a metà del XVII sec. il famoso ritratto di Innocenzo X alla Galleria Doria Pamphili di Roma.
Per la prima volta i disegni di Bacon sono esposti con il ritratto di Innocenzo X dell'allievo italiano di Velasquez, Pietro Martire Neri, che rielabora la straordinaria opera del maestro. Questo lavoro di Velasquez ha ossessionato Bacon per anni e ha ispirato 45 olii e la serie di disegni che rielaborano con tecniche diverse il famoso ritratto del Papa che Bacon riteneva l'opera più importante del mondo.
Praga, Gate Gallery 18 maggio 2012 - 22 luglio 2012
San Paolo del Brasile, Museo Paço das Artes 15 giugno- 7 settembre 2014
TAUROMAQUIA
FACE TO FACE WITH THE BULL
Simbolo della forza e della violenza, la natura della bestia a cui si oppone la razionalità umana che sublima la sensualità del mostro e la sua vulnerabilità: la tauromaquia è una passione che ha accomunato tanti artisti, da Picasso a Salvador Dalí, da Francisco Goya a Fernando Botero.
Ma questo già si sapeva. Forse è meno noto come l’eterno conflitto tra l’uomo e la bestia, che accomuna tanti paesi latini, abbia invece ispirato anche molti artisti cechi come Emil Filla e Karel Čapek in particolare ma anche per Carlos Aires, Karel Myslbek, Jan Konůpek, Jitka Válová, Linka Procházková.
Quali sono gli archetipi che muovono i fili della fascinazione ad un simile tema?
La forza e l’energia animalesca, il coraggio arguto e la fecondità, declinati ogni volta dalla sensibilità del singolo artista: per Goya era il modo di dimostrare opposizione politica al potere e per Picasso diventa il motore che ispira il disegno preparatorio di Guernica, mentre per Dalì un rito.
Ma per tutti la tauromaquia si carica di una matrice simbolica fortissima: la sofferenza di un’epoca, tema mai così attuale.
Praga, Obecni Dum , Exhibition Halls of the Municipal House novembre 2011 - aprile 2012
San Paolo del Brasile FAAP Museo Fundaçao Armando Alvarez Penteado maggio - giugno 2014
Wroclaw - Polonia, Museo dell’Architettura luglio- novembre 2014
UN'AMICIZIA AD ARTE
UN’AMICIZIA AD ARTE
raccontata da Lucia Bosé
“Mi sarebbe piaciuto essere Luis Miguel Dominguìn. Quella si che è arte”
Pablo Picasso
L’amicizia è il valore che ha guidato gran parte delle scelte della mia vita.
Quando ho incontrato Lucia Bosé ho scoperto una straordinaria storia di amicizia, umana e intellettuale, tra la famosa attrice italiana, il marito Luis Miguel Dominguìn e Pablo Picasso, e ho deciso di raccontarla.
La vita di Picasso passa soprattutto per i sentieri dell’amicizia e proprio nelle opere pensate e realizzate per gli amici si riescono a intravedere i risvolti misteriosi dell’uomo.
Da qui l’idea di una mostra che ripercorresse l’amicizia decennale basata sull’ammirazione, la complicità e l’affinità artistica tra Picasso e la famiglia Dominguìn-Bosé.
Un viaggio nella collezione intima di Lucia e della sua famiglia con pezzi originali per la prima volta esposti e l'unico progetto architettonico del grande artista, dove i ricordi artistici, tra cui disegni, collages, litografie, ceramiche e fotografie, si confondono con quelli personali, come il cartello che campeggiava nella cucina di Lucia:
“I piatti di Picasso non vanno in lavastoviglie!”
Padova, Museo Civico al Santo, Spazio TIndaci
28 ottobre 2006 -14 gennaio 2007
Cortina, Sondrio, Caserta, Verona, Milano, Cognac (Francia), Santiago (Cile)
MODIGLIANI
MODIGLIANI
La grande passione per Modigliani e Praga, e la curiosità, a cento anni di distanza dal Salon d’Automne di Parigi del 1912, di far rincontrare due grandi artisti che hanno fatto scoprire al mondo l’arte astratta, Modigliani attraverso le sue sculture e František Kupka con l’opera Amorpha, Fugue in Two Colours e Warm Chromatics.
Questi sono stati i fortissimi incentivi che mi hanno portato a intraprendere un grande lavoro di ricerca, dialogo e confronto con diversi interlocutori al fine di creare una mostra unica che mettesse in luce l’indissolubile connubio tra genialità e sensibilità umana.
Le opere di Modigliani provengono dal Museo d’Israele di Gerusalemme, dalla Estorick Collection di Londra, da collezioni private di Germania, di Francia, d’America e d’Italia.
Inoltre la collaborazione con il Modigliani Institut di Roma ha permesso di presentare per la prima volta a Praga documenti originali dagli Archivi Legali, attraverso cui è stato possibile raccontare la vita del grande artista, con fotografie originali d’epoca e stampe su tela.
Nei suoi i disegni, Modigliani riusciva a cogliere la realtà attraverso il segno e dare vita ad un’idea. Alla mostra anche il rarissimo dipinto che raffigura Celso Lagare uno dei lavori magici di Modigliani: poche linee per catturare l’essenza del tratto.
Prague, Exhibition Hall of the Municipal House, 9 dicembre 2010 – 28 febbraio 2011
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DALI' IL DIVINO ILLUSTRATORE
IL DIVINO ILLUSTRATORE
“Ogni mattino al risveglio, provo un piacere supremo, il piacere di essere Salvador Dalì”.
Salvador Dalì
Salvador Dalì, geniale ed eccentrico artista dall’espressività multiforme, scelse se stesso come tema centrale di tutta la sua attività: pittore, scultore, disegnatore, poeta, uomo di cinema insieme all’amico Buñuel, ma sempre, fortemente, Dalì.
Poco si è detto però del suo talento di incisore, un lavoro che lo impegnò per circa un quarto di secolo, condotto attraverso una molteplicità di materiali e di tecniche.
La scoperta degli oggetti d’oro forgiati da Dalì si è rivelata di straordinaria ricchezza: medaglie-monete create dall’artista con l’effige sua e della compagna Gala, emblemi sacri o esseri immaginari.
Oggetti unici creati dalla genialità poliedrica di Dalì che affiancano una ricca collezione di Flordalì, incisioni originali a punta secca di fiori e frutta, insieme agli ultimi disegni relizzati dal grande artista, "la recherche de l'immortalité", una chicca esclusiva della mostra. Pervasi da un’atmosfera onirica hanno reso omaggio alla materia e alla vita, in linea con quello che Valéry ha chiamato “le forze combinatorie dello spirito”.
Padova, Museo al Santo 26 settembre - 14 novembre 2004
FOTOGRAFIA
MICHEL COMTE
NOT ONLY WOMEN
CRESCENDO FOTOGRAFICO
“Il corpo umano è la migliore immagine dell’anima umana”
Ludwig Wittgenstein
Sono stata vicina a Comte in una città incantata come Praga: guardare come egli vede e ritrae il mondo attraverso la sua macchina fotografica è un’esperienza emozionante.
Con una rapidità che è solo sua riesce a trasmettere una passione inesauribile. Solo un telento vero può consentire allo spettatore non solo di cogliere ma anche di “sentire” l’immagine. Forse quel ritratto lo aveva già fatto mille volte dentro di sé...del resto un grande fotografo è anche un bravo psicologo, come lo sono stati Cecil Beaton, Cartier-Bresson.
Le sue foto ci mostrano dei corpi, dei visi conosciuti, ma non si fermano mai alla superficie troppo facilmente desiderabile della pelle, ci spingono oltre: sentiamo la poesia dello sguardo, la narrazione di un ritrattista di grande classe per cui le parole non riescono mai a rendere il senso di ciò che il fotografo riesce a fermare con l’obbiettivo, ed ecco che quelle immagini diventano icone uniche.
Questa mostra, con un centinaio di fotografie tra le più significative nella trentennale carriera del grande fotografo, accende i riflettori sulla sua capacità di catturare un pezzo di storia del nostro tempo e di imporre un suo mondo visivo.
Not only women
Lucca, Lu.C.C.A., 20 novembre 2012 - 23 gennaio 2011
Praga, Leica Gallery Prague, 18 febbraio - 3 aprile 2011
Crescendo Fotografico
Milano, Triennale di Milano, 10 maggio - 3 luglio 2011
GIUSEPPE PINO
PORTRAITS 1964-1998
“Giuseppe Pino acciuffa la poesia dello sguardo, questo enigma che noi tutti abbiamo in mezzo al volto, proprio sopra il naso”.
François-René Simon, 2003
Giuseppe Pino è da sempre un mio grande amore artistico.
La sua fotografia “rivela” i protagonisti del mondo dell’arte, della politica, della cultura attraverso tratti invisibili: il fascino, l’intelligenza, il senso dell’umorismo. Ma anche l’ambizione, l’insicurezza, il senso di superiorità dal mondo terreno.
120 ritratti per una galleria di volti che penetrano il mistero dell’anima. La composizione dell’immagine e il taglio fotografico svelano l’originalità di un artista in grado di far “vivere” l’immagine.
Daniel Soutif, responsabile mostre al Centre Pompidou a Parigi che ho coinvolto nella presentazione della mostra, ha saputo delineare con poche essenziali parole la grandezza di questo artista: “Ciò che Pino offre è semplicemente il fascino che ha saputo esercitare sui suoi prestigiosi soggetti che, finalmente e grazie a lui, ci guardano”.
Padova, Museo Civico di Piazza del Santo, 11 ottobre 2003 – 25 gennaio 2004
JAMES WHITLOW DELANOv
IMPERO. IMPRESSIONI DALLA CINA.
“Il mio lavoro è interamente senza censure o alterazioni...Ho un punto di vista e una motivazione per ogni impresa”.
James Whitlow Delano
Dieci anni avanti e indietro per la Cina, una cinquantina di viaggi con una Leica M2 e lenti da 35 mm che lo costringono ad andare incontro al soggetto. L’obiettivo capace di assumere coraggiosamente un punto di vista, un fotografo impegnato che lavora secondo la propria urgenza di documentare il mondo, oltre i confini di un paese che difficilmente si lascia mostrare.
Questa è stata la cosa che più mi ha colpito dell’arte di Delano quando ho visto il suo lavoro alla Triennale di Milano. Questi i motivi per cui ho deciso di portarlo con me a Padova e Venezia.
Le 77 immagini restituiscono perfettamente il senso dell’immediatezza dell’attimo afferrato e colgono l’essenza delle persone e la percezione di una realtà avulsa dal tempo, come tasselli di un mosaico che definisce le contraddizioni di una vita sospesa tra una visione nostalgica del passato e un’esasperata modernità.
Lui è stato uno dei primi ad avere il coraggio di proporre un reportage affascinante e suggestivo sulle potenzialità poetiche della quotidianità e a comunicare quello fino a quel momento non era mai uscito dai confini del Paese.
Venezia, Schola dei Battioro e Tioraro, Campo San Stae, 5 - 28 maggio 2006
Padova, Spazio Tindaci, 15 maggio - 8 giugno 2006
HERMAN LEONARD
JAZZ MEMORIES
"Ci sono molti vecchi musicisti, come ci sono molti vecchi artisti. è la loro passione che mi dà un motivo per continuare. Può essere che sia proprio questo che mi fa andare avanti. è una passione decisa nel fare quello che si ama fare”
Herman Leonard
Ho conosciuto Herman Leonard e la prima cosa che mi ha colpito sono state le sue incredibili storie sul jazz e così ho deciso che l’avrei portato in Italia con una personale che restituisse tutto il fascino di questo grande interprete della fotografia contemporanea.
I suoi due grandi amori: la fotografia e la musica jazz: le atmosfere fumose e soffuse dei locali notturni di Harlem e Brodway animate dalle improvvisazioni jazz ritratte attraverso gli occhi dei suoi protagonisti: Louis Armstrong, Frank Sinatra, Duke Ellington, Billie Holiday, Dizzy Gillespie.
Una sessantina di inconfondibili chiaroscuri, originali in bianco e nero realizzati a partire dal 1948 e corredati da oltre un centinaio di immagini che contestualizzano il jazz degli anni ‘40 e ‘50.
Documenti storici, testimonianze intime, vitali ed esplosive di un’epoca, inseriti nella splendida cornice di Palazzo del Monte di Pietà a Padova, all’interno della rassegna eventi “UN’EMOZIONE CHIAMATA JAZZ”.
Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 13 ottobre 2002 - 26 gennaio 2003
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